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“Il Trekking del Lupo”. L’intervista agli autori della guida

In cammino sulle tracce del lupo, per un’avventura in quota lungo sentieri di montagna e strade reali di caccia, al confine tra Piemonte e Francia: “Il Trekking del Lupo“. Abbiamo intervistato gli autori della guida Annalisa Porporato e Franco Voglino, buona lettura!

Perché un camminatore dovrebbe scegliere di percorrere il Trekking del Lupo?

Il Trekking del Lupo attraversa zone selvagge, piene di un fascino misterioso e di suggestiva bellezza. Un percorso ad anello la cui particolarità è data dalla possibilità di visitare due centri faunistici specializzati nell’illustrare la vita di questo meraviglioso ed iconico animale.
Il primo all’inizio del percorso è il Centro faunistico Uomini e Lupi di Entracque; il secondo, in territorio francese, è il Centro Alpha Loup a Le Boréon.

All’interno della guida, per ogni tappa c’è la storia di un lupo. Raccontateci quella che vi ha più colpito.

Al Centro Monte Adone di Sasso Marconi arriva nel mese di luglio 2012 una chiamata di soccorso per una femmina adulta investita da un veicolo, che viene trovata dagli operatori con un grave trauma cranico che lascia poche speranze. Al centro si procede con le cure necessarie benché sia grande il pessimismo ma Petra, questo il nome scelto per lei, sorprende recuperando talmente bene e in fretta che ad agosto, appena 3 settimane dopo il recupero, è possibile lasciarla libera tra la gioia di tutti!

Parlateci delle caratteristiche del percorso e dei consigli che vi sentite di dare a chi vuole partire per il Trekking del Lupo.

Il Trekking del Lupo si sviluppa interamente in ambiente alpino tra i 1.200 ed i 2.550 metri di altitudine, in buona parte su praterie alpine e sfasciumi di roccia, percorribile solamente in estate tra giugno e fine settembre, soprattutto perché i rifugi in cui pernottare aprono mediamente tutti da metà giugno fino a fine settembre.
Non ci sono difficoltà tecniche ma va ricordato che ci si muove in ambiente alpino ed è quindi necessario avere almeno un minimo di esperienza di cammino in montagna. Prima di affrontare questo trekking di più giorni è meglio prepararsi con escursioni giornaliere, cominciando con dislivelli minimi per poi aumentare poco alla volta così da allenarsi in maniera adeguata. Non bisogna solo pensare alle gambe, anche piedi e caviglie vengono messi a dura prova poiché si cammina per lo più su sentieri, pietraie e mulattiere, mentre le spalle vanno abituate allo zaino.
Se possibile, consigliamo inoltre di pernottare una notte in qualche rifugio, così da testare anche l’equipaggiamento e decidere in anticipo cosa potrebbe servire e cosa no. L’abbigliamento e l’equipaggiamento sono quelli da normale escursione giornaliera, con un po’ di ricambio in funzione dei giorni che si pensa di star via. Meglio preferire i nuovi materiali sintetici: puzzano dopo una giornata a sudarci dentro, ma si lavano in un istante (presso i rifugi è possibile stendere) e riescono ad asciugare nel corso della notte, così non sono necessari troppi cambi.

Raccontateci il momento più emozionante che avete vissuto lungo questo trekking.

Il pernottamento in tenda al Piano della Casa del Re, un luogo magico dove al calduccio della tenda di notte ci si rende conto di essere in un territorio dove non è più l’uomo al vertice della catena alimentare, ma il lupo!

Qual è il rifugio a cui siete più affezionati lungo il percorso e quello che vi ha più colpito?

Sicuramente il rifugio Regina Elena che si incontra nella terza tappa del trekking.
Si tratta di una struttura un po’ insolita, rispetto ai tradizionali rifugi. Innanzitutto appartiene all’Associazione Nazionale degli Alpini (ANA), sezione di Genova e tecnicamente è una capanna sociale privata nata per il solo utilizzo da parte dei soci. Con il tempo, però, l’ANA ha accolto la richiesta degli enti locali e ha aperto l’utilizzo anche ai non soci. A differenza dei rifugi classici, però, è possibile il solo pernottamento poiché non viene effettuato servizio bar e ristorazione, ma viene messa a disposizione la cucina dove è possibile cucinare in proprio oppure, se il gestore è disponibile, si condivide la sua cena e colazione, lasciando un’offerta per sostenere le spese del rifugio stesso. Va tenuto presente che i gestori sono volontari che trascorrono una settimana in loco offrendo gratuitamente la loro disponibilità: l’accoglienza è davvero famigliare, e noi ringraziamo con tutto il cuore Pietro e Renata che ci han fatti sentire veramente a casa!

Esiste un galateo degli animali e della montagna: volete dirci qualche accortezza che è importante tenere bene a mente?

La montagna è un ambiente fragile che va preservato in tutti i modi, spesso sono sufficienti alcune accortezze:

  • I rifiuti si portano sempre a valle e non si abbandonano mai; se possibile, non lasciateli neppure nei rifugi poiché hanno già i loro problemi a smaltire i propri.
  • Una voce a parte la vogliamo dedicare ai fazzoletti di carta usati per i propri bisogni quando si è su sentiero: è vero che si degradano, ma impiegano ben sei mesi a farlo! Vuol dire che per tutta l’estate resteranno in bella vista e, infatti, troppe volte capita di trovare angoli appartati ridotti a vere e proprie discariche. Senza contare che il vento li può disperdere. Per favore, seppelliteli o copriteli con sassi!
  • Non raccogliete fiori e altre piante, alcune sono particolarmente protette proprio per la loro rarità. Raccogliendoli, inoltre, priverete della loro bellezza gli escursionisti che verranno dopo di voi.
  • L’acqua è un bene prezioso, non sporchiamo i torrenti con detersivi vari.
  • Anche il silenzio è un bene prezioso in montagna. Preservatelo per voi, per gli altri escursionisti e, soprattutto, per gli animali!
  • Mai avvicinarsi agli animali, neppure per fotografarli meglio e soprattutto se si stanno nutrendo. Invadendo il loro spazio vitale potremmo disturbarli in un momento delicato della loro vita mettendoli in pericolo.

Quali altri animali possiamo avvistare lungo il Trekking del Lupo?

Durante il cammino sarà possibile incontrare ed avvistare:

  • il camoscio funambolo delle montagne, lo si può scorgere in posizioni veramente assurde, sui pendii più ripidi, mentre se vedete chiazze di neve dovete assolutamente aguzzare lo sguardo perché non è raro sorprenderlo mentre vi scivola sopra o mentre, indifferente al fresco, vi fa un pisolino. Solitamente vive in branchi e se se ne avvista uno, quasi sicuramente ve ne sono altri nei dintorni.
  • Lo stambecco meno funambolo e ben più grande di dimensioni, il maschio può arrivare a pesare anche 100 kg mentre la femmina è più piccola. Il maschio si differenzia per la presenza delle imponenti corna in cui ogni “gobba” denota un anno di età. Anche gli stambecchi sono gregari e si possono vedere spesso in branchi.
  • La marmotta, si trova più a bassa quota, soprattutto nei pendii erbosi. Grassoccia e dall’aspetto coccoloso, sa essere una veloce podista in caso di necessità e il suo fischio acuto serve da efficace segnale d’allarme.
  • Il gipeto barbuto, meglio conosciuto come “avvoltoio degli agnelli”, è il più grande uccello presente sulle Alpi con un’apertura alare che può raggiungere i 280 centimetri!. È facilmente riconoscibile poiché petto e testa sono più chiare delle ali e del dorso e percorrendo il vallone della Barra non è insolito ormai avvistare il volo solenne di questo rapace quindi, camminando, ogni tanto fermatevi, e sollevate gli occhi al cielo!

Fotografie degli autori della guida Annalisa Porporato e Franco Voglino.

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    Terre di mezzo editore è una casa editrice fondata a Milano nel 1994.
    Pubblica ogni anno più di 100 titoli. Tra le collane principali ci sono: L’Acchiappastorie albi e narrativa per bambini e ragazzi, i Percorsi a piedi e in bicicletta, I Biplani, racconti di grandi autori illustrati da artisti di fama, i manuali creativi delle Ecofficine.
    I primi grandi bestseller sono stati la guida al cammino di Santiago de Compostela e La grande fabbrica delle parole, di Valeria Docampo.
    Negli ultimi anni ha portato in Italia le serie di Dory Fantasmagorica e Cane Puzzone, ha pubblicato più di 40 guide ai cammini italiani e ha dato alle stampe i testi di Paolo Cognetti e Erri De Luca impreziositi dalle illustrazioni di Alessandro Sanna, e di Wislawa Szymborska con Guido Scarabottolo, e Claudio Piersanti con Lorenzo Mattotti.

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